E' stata spostata la scadenza, fissata in precedenza a metà agosto, per evitare che le somme depositate nei cosiddetti 'conti dormienti' vengano devolute automaticamente al Fondo speciale del Ministero per l'economia.
I titolari di conti correnti che non sono stati movimentati da almeno 10 anni avranno tempo fino al 16 dicembre per reclamare la titolarità del conto corrente presso la propria banca.
Le banche avrebbero già dovuto inviare entro il 17 febbraio comunicazioni ad hoc ai titolari di questi conti che avrebbero quindi dovuto provvedere a contattare la propria banca entro il 16 agosto. La nuova scadenza e la pubblicazione dell'elenco di tutti i rapporti dormienti sia on line che nelle filiali almeno un mese prima del versamento al Fondo testimoniano la volontà di trasparenza degli istituti bancari.
Comunque niente paura perché anche coloro che arriveranno in ritardo, avranno il diritto di reclamare il proprio conto corrente anche dopo che è confluito nel Fondo.
Ecco, in pratica, cosa bisogna fare. Non è necessario che il conto venga movimentato con un prelievo o un versamento. Infatti basta informare la banca che si intende mantenere attivo il conto, richiedere un estratto conto o un carnet di assegni oppure comunicare la variazione dell'indirizzo di residenza.
Da ricordare che né le operazioni quali l'addebito Rid e altri tipi di pagamento automatico, né bonifici effettuati da terzi come per esempio l'accredito della pensione o dello stipendio 'risvegliano' il conto.
Per rendere più efficiente la gestione dei servizi Bancomat e PagoBancomat, nasce il Consorzio Bancomat, che sostituisce la vecchia Associazione Cogeban.
Il neonato consorzio si occuperà della gestione dei servizi summenzionati e si dedicherà anche al monitoraggio e all'analisi del mercato della moneta elettronica e dei canali più innovativi per i pagamenti, all'implementazione delle infrastrutture tecniche e delle piattaforme per i pagamenti effettuati con le carte, nonchè alla consulenza in materia di processi destinati alla circolazione e al funzionamento delle carte.
Da ricordare che grazie ai servizi Bancomat e PagoBancomat milioni di italiani ogni giorno possono prelevare contante e acquistare beni e servizi in modo veloce, semplice, sicuro e senza costi aggiuntivi. Nel corso del 2007 sono stati effettuati prelievi per 670 milioni di euro e pagamenti per 750 milioni di euro.
Le novità, per quanto riguarda il rapporto fra cliente e banca sono iniziate lo scorso 30 aprile con le nuove regole introdotte in materia di assegni. Ma, parlando di alcune delle nuove regole introdotte dal mercato unico dei pagamenti Sepa (Single euro payments area) e dalla direttiva europea su intermediari e mercati finanziari Mifid (Markets in financial instruments directive), la vera data da ricordare è il 30 giugno. A partire da questa data, infatti, sarà possibile effettuare bonifici solo utilizzando l'Iban e si potra’ continuare ad acquistare prodotti finanziari servendosi dei servizi di consulenza dell'istituto solo previa compilazione di un questionario/intervista.
L'Iban, ovvero International bank account number, è un codice adottato dai 31 Paesi che fanno parte della Sepa. Integrazione delle tradizionali coordinate bancarie (codice ABI, CAB e numero di conto corrente), il nuovo codice si compone di 27 cifre alfanumeriche: le prime due lettere indicano il Paese (IT per l'Italia); si prosegue con due cifre di controllo, il CIN EUR, e si termina con il codice BBAN nazionale, e cioè i vecchi CIN, ABI, CAB e conto corrente. Conoscendo il numero di conto corrente, l'ABI, il CAB e il codice del Paese, sarà possibile calcolare anche il CIN e il codice di controllo, utilizzando metodi simili a quelli che permettono di calcolare l'ultimo carattere del codice fiscale. E anche se esistono programmi gestionali che prevedono delle procedure per calcolare questi dati, sarà sufficiente dare un'occhiata agli estratti conto per trovare il codice IBAN completo.
L'introduzione di questo nuovo codice renderà più facili ed economici i pagamenti internazionali, rendendoli praticamente dei pagamenti nazionali. Va detto, però, che nel caso di pagamenti o incassi senza IBAN, a partire dal 30 giugno, sarà prevista una penale pari a circa 3-4 euro.
L'altra novità, come si è detto, riguarda il deposito titoli. Per poter continuare a usufruire dei servizi di collocamento e consulenza, sia direttamente in filiale, sia online, sarà indispensabile recarsi nella propria agenzia e compilare un questionario attraverso il quale verrà definito il proprio profilo finanziario, e firmare la nuova versione del contratto deposito titoli, senza di che, a partire dal 1 luglio non si potrà più acquistare prodotti di investimento. Queste nuove regole riguardano solo coloro che intendono avvalersi del servizio di collocamento o di consulenza, mentre nessun obbligo è previsto per coloro che non desiderano ricevere alcuna consulenza dell'intermediario il quale si limiterà quindi a eseguire gli ordini.
Da ricordare, infine, che, sempre a partire dal 30 giugno, l'attività di consulenza in materia di investimenti potrà essere svolta soltanto da intermediari abilitati e quindi dalle società di intermediazione mobiliare, oppure da consulenti indipendenti, cioè persone fisiche iscritte in un apposito albo che, a dire la verità, deve ancora essere costituito. Coloro che desiderano essere iscritti di diritto all'albo hanno tempo fino al 30 dicembre per dimostrare la propria attività che dovrà essere caratterizzata da requisiti di indipendenza, professionalità e onorabilità.
Corrado Faissola, presidente dell'ABI, durante un incontro con i rappresentanti di tredici associazioni dei consumatori, ha presentato il progetto di evoluzione del Consorzio PattiChiari.
Ma cos'è PattiChiari? E' un consorzio promosso dall'Associazione Bancaria Italiana verso la fine del 2003. Ne fanno parte ben 167 banche italiane con un totale di 26.000 sportelli, pari cioè all'84% dell'intero sistema bancario italiano.
L'obiettivo del consorzio è offrire strumenti semplici che aiutino i consumatori a capire meglio l'oscuro mondo dei prodotti finanziari per poter poi scegliere quelli che più si adattano alle esigenze di ognuno. L'idea che anima il progetto è dare vita a un nuovo tipo di relazione fra le banche da una parte e i singoli cittadini, le famiglie e le imprese dall'altra. Una relazione che si basi su un dialogo chiaro e trasparente e su una maggiore fiducia. Non per niente è stato scelto il marchio PattiChiari. A testimonianza della serietà dell'impegno che gli istituti bancari aderenti al consorzio si sono assunti nei confronti dei consumatori, le banche hanno chiesto a degli organismi di certificazione esterni e indipendenti di controllare e certificare la correttezza di ogni strumento. Il che permette di confrontare facilmente e in modo chiaro le diverse offerte proposte dalle banche.
I servizi offerti e le iniziative proposte nell'ambito del progetto sono davvero tante. Per citare solo qualche esempio con Faro', un servizio disponibile 24 ore su 24, si ha la possibilità di trovare il Bancomat funzionante e più vicino in pochi secondi; inoltre dal sito www.pattichiari.it sarà possibile mettere a confronto le condizioni offerte da ben 500 tipi diversi di conto corrente. O ancora si potra’ comparare 1500 obbligazioni a basso rischio tra cui scegliere ogni giorno e, sempre sul sito, troverete anche utili suggerimenti su come scegliere la banca che risponde in modo più veloce alle richieste di credito o ancora su come comunicare in modo chiaro e comprensibile fra banca e impresa.
Insomma, Pattichiari potrebbe essere definito come un 'progetto di educazione finanziaria per la collettività'.
Le novità presentate in questi giorni, insieme alle iniziative riservate alla clientela retail nei settori dei conti correnti, del risparmio e del credito, sono l'autonomia del Consorzio PattiChiari rispetto all'ABI, la composizione 'multistakeholder' degli organi del consorzio che si rifletterà in un’apertura nei confronti delle associazioni dei consumatori, della società civile e del mondo accademico; e, infine, una serie di 'impegni per la qualità dei servizi bancari (soprattutto in tema di mobilità, trasparenza, semplicità e sicurezza) tutti indispensabili per le banche che intendono aderire al consorzio.
Nel corso del convegno 'Dimensione cliente 2008' tenutosi a Roma il mese scorso, l'ABI ha definito le nuove strategie da attuare nella sfera 'retail' per poter migliorare il rapporto fra banche e clienti.
I punti piu' importanti su cui si focalizzera' l'attenzione delle banche sono i seguenti: offerta di prezzi piu' vantaggiosi, rivisitazione del listino prodotti, competitivita' e qualita' dei servizi, il tutto con la consapevolezza dell'estrema importanza del rapporto banca-cliente.
Del resto le famiglie sono diventate sempre piu' attente nei confronti dell'offerta bancaria e le banche dal canto loro, consapevoli di cio' e del ruolo sempre piu' centrale svolto dal cliente, intendono prestare la massima attenzione all'analisi dei bisogni della loro clientela. Questo e' testimoniato dal fatto che l'85% degli istituti di credito italiani fa ricorso a questionari di Customer satisfaction, oltre il 70% ha previsto una funzione di Customer care per poter conoscere gli eventuali problemi e poterli quindi gestire nel migliore dei modi; e, infine, quasi tutte le banche hanno introdotto sistemi di 'Customer relationship management' per migliorare la comunicazione con i propri clienti e riuscire quindi a comprenderne meglio le necessita'.
In breve, secondo l'ABI tre saranno le parole d'ordine che guideranno i lavori delle banche nei prossimi anni: estrema attenzione ai nuovi target giovani, immigrati e utenti Internet, innovazione dei canali e rivisitazione del listino prodotti.
Per riportare le parole del direttore generale dell'Associazione Bancaria Italiana, Giuseppe Zadra, "le banche italiane sono consapevoli che esistono ampi margini di miglioramento della propria attività. Siamo coscienti di quanto fatto e di quanto stiamo facendo per la clientela bancaria. Le iniziative intraprese sono numerose e rispecchiano le esigenze di trasparenza ed efficienza che provengono dal mercato."
L'Associazione Bancaria Italiana, con due lettere del 21 marzo, attira l'attenzione di tutti i suoi associati sulle novità in materia di assegni e pagamento al portatore introdotte dal decreto legislativo 231/07, novita' che saranno operative a partire dal 30 aprile.
Con la prima lettera, l'ABI intende fornire alle banche una sorta di linea guida riguardante le novita'. In particolare si evidenzia che da mercoledi' 30 aprile gli assegni 'liberi', senza la clausola 'non trasferibile' e l'indicazione del beneficiario, saranno un'eccezione e saranno accettati solo per un importo inferiore a 5.000 euro. Inoltre, per assegni pari o superiori a tale cifra, ciascuna girata dovra' essere integrata con il codice fiscale del traente, pena la nullita' dell'assegno. Per quanto riguarda ancora gli assegni per importi che superano i 5.000 euro, saranno sempre non trasferibili. E anche se questi titoli non dovessero riportare il nome o la ragione sociale del beneficiario o la clausola di non trasferibilita' saranno pagati ugualmente, ma scattera' la segnalazione dell'irregolarita' al Ministero dell'Economia.
Comunque si puo' stare tranquilli perche' gli assegni liberi emessi prima del 30 aprile, per importi che non superano i 12.500 euro, il vecchio limite, si potranno incassare senza problemi anche dopo la data di entrata in vigore delle novita'. Ma i correntisti che, a partire dal 30 aprile, vorranno ancora utilizzare titoli 'liberi', come assegni bancari, postali, circolari, vaglia postali o cambiari saranno costretti a presentare una richiesta scritta e dovranno pagare per ogni modulo un'imposta pari a euro 1,5.
Nella seconda lettera dell'ABI, si cerca invece di fare il punto sugli adempimenti fiscali relativi al bollo che i correntisti dovranno pagare per richiedere i titoli 'liberi'. Come ha precisato il Ministero dell'Economia pero', i libretti che saranno consegnati fino al 29 aprile potranno essere utilizzati anche dopo tale data e, anche se saranno redatti in forma libera, i titoli non saranno gravati dell'imposta di bollo da euro 1,5.
Il Conciliatore bancario è un'associazione che nasce nello scorso anno per risolvere le controversie bancarie, finanziarie e societarie attraverso procedure differenti rispetto alla giustizia ordinaria, identificate con l'acronimo Adr, cioè Alternative dispute solution.
Ecco il Conciliatore in numeri: fanno parte dell'associazione ben 719 banche e 194 intermediari finanziari; oltre 90 sono i professionisti disponibili a operare in tutto il Paese come conciliatori indipendenti; 350 casi in 6 mesi; al massimo 60 giorni e costi ridotti per risolvere le controversie. Per essere il primo anno di attività, pare che tutto funzioni al meglio.
Il Conciliatore bancario nasce grazie alla volontà delle banche, è patrocinato dall'ABI e ha ottenuto il riconoscimento del Ministero della Giustizia. Si propone di indicare strade alternative alle aule giudiziarie per risolvere i contenziosi in materia finanziaria, il tutto in un'ottica di riduzione dei tempi. Non per niente il procedimento di conciliazione non può protrarsi per più di 60 giorni dalla data della prima riunione.
Il procedimento non deve intendersi come un giudizio. Non intende, infatti dare ragione a uno o all'altro, quanto piuttosto ridefinire il rapporto esistente fra le parti dopo aver messo in evidenza gli interessi di entrambi.
I costi, che servono per pagare il professionista che assiste le parti, dipendono dal valore della disputa: per citare gli estremi, nel caso di una lite di 5000 euro si tratta di 200 euro; se la controversia supera i 5 milioni di euro il costo da prevedere ammonta a 10000 euro. Considerate poi 30 euro da versare al Conciliatore bancario a titolo di spese di segreteria.
Solo per dare qualche esempio, una controversia da 2 milioni di euro fra un'impresa e una banca si è conclusa in una sola seduta e lo stesso dicasi per una disputa in materia di bond argentini che si trascinava da anni e vedeva impegnati un consumatore e una banca.
Ma l'attività del Conciliatore non finisce qui. L'obiettivo di questo anno è riuscire a creare una rete di giustizia alternativa, una rete che colleghi i centri e le strutture che si dedicano a questi temi per fornire un servizio ancora più soddisfacente.
Secondo quanto e' stato affermato da Giuseppe Zadra, direttore generale dell'Associazione bancaria, 'la microfinanza e' entrata a pieno nei piani strategici delle banche' e da una fase sperimentale si e' passati ai fatti. Le banche che attualmente promuovono servizi di microfinanza sono il 70% del totale attivo e il 73% degli sportelli.
Questo e' quanto e' emerso dal terzo Forum sulla responsabilità sociale d'impresa a cui hanno preso parte banche, istituzioni, imprese, accademici italiani e internazionali. In particolare la ricerca condotta dall'ABI sul tema 'Banche e inclusione finanziaria: indagine sul territorio italiano' mira ad analizzare quegli strumenti che facilitano l'inclusione finanziaria di quelle categorie di persone classificate come disagiate, e cioe' persone a basso reddito o in situazione di disagio sociale.
I servizi e i prodotti che rientrano nella 'microfinanza' sono molti: servizio bancario di base, conti correnti specifici e servizi di pagamento come le carte prepagate vanno per la maggiore (49%), e credito (31%) e risparmio (20%) seguono a ruota. Nell'ambito del credito per esempio da citare sono i finanziamenti a medio termine (fra 1 e 5 anni), quelli fino a un anno, quelli per l'acquisto della prima casa e il credito al consumo.
Per quanto concerne invece le categorie di clientela interessate dai servizi e dai prodotti di microfinanza al primo posto si trovano gli immigrati, sia per quanto riguarda i servizi, sia per il credito, ma anche per il risparmio. Famiglie e studenti sono interessati soprattutto ai servizi in generale, mentre i lavoratori atipici spiccano nell'ambito del credito.
I risultati paiono gia' buoni, ma l'ABI assicura che entro i prossimi cinque anni ben il 90% delle banche incrementera' ulteriormente il credito, i servizi di pagamento e di risparmio.
Il caro mutuo sta gettando sul lastrico ben 530.000 famiglie, secondo i dati diffusi dal Censis. La situazione e' tragica, ma, grazie alla legge Bersani, in vigore dall'aprile 2007, e grazie alla nuova Finanziaria si apre un spiraglio. E l'ABI si sta muovendo per proporre soluzioni in linea con la normativa.
Per semplificare al massimo, la legge n. 40/2007, e in particolare la surroga, prevede che un mutuo possa essere trasferito da una banca a un'altra senza che vi sia alcun onere o commissione a carico del debitore. Per contribuire all'applicazione della legge, l'Associazione Bancaria Italiana ha messo a punto una serie di procedure di collaborazione interbancaria che mirano a rendere piu' veloci e meno onerose le operazioni di portabilita' del mutuo
La procedura delineata dall'ABI entra in gioco una volta che il cliente abbia gia' definito con la nuova banca le condizioni del nuovo prestito e abbia gia' recuperato dalla 'vecchia' banca tutta la documentazione relativa al mutuo in essere.
L'iter proposto dall'ABI si articola in tre momenti.
Durante la prima fase, il cliente chiede per iscritto alla nuova banca di acquisire il corretto importo del debito residuo e viene concordata una data per la formalizzazione dell'operazione. La banca subentrante, attraverso procedure elettroniche di colloquio interbancario, comunica alla 'vecchia' banca la data di formalizzazione dell'operazione e richiede l'importo del debito a quella data.
Entro dieci giorni circa dall'avvio della procedura, sempre avvalendosi di sistemi di colloquio elettronico interbancario, la banca originaria comunica l'importo del debito e conferma la data di formalizzazione. Naturalmente, le stesse informazioni vengono fornite al cliente.
A questo punto si può procedere alla stipula del nuovo contratto di mutuo. La banca originaria, contro pagamento di quanto ancora dovuto, rilascia la debita quietanza e la banca subentrante richiede l'annotazione del trasferimento a suo favore della garanzia ipotecaria.
Questo in linea di massima, l'iter da seguire, tenendo presente che questo sistema di collaborazione interbancaria non prevede alcun costo di qualsiasi natura a carico del cliente. Le banche possono comunque decidere se seguire le linee guida elaborate dall'ABI oppure proporre soluzioni alternative.
Per semplificare al massimo, la legge n. 40/2007, e in particolare la surroga, prevede che un mutuo possa essere trasferito da una banca a un'altra senza che vi sia alcun onere o commissione a carico del debitore. Per contribuire all'applicazione della legge, l'Associazione Bancaria Italiana ha messo a punto una serie di procedure di collaborazione interbancaria che mirano a rendere piu' veloci e meno onerose le operazioni di portabilita' del mutuo
La procedura delineata dall'ABI entra in gioco una volta che il cliente abbia gia' definito con la nuova banca le condizioni del nuovo prestito e abbia gia' recuperato dalla 'vecchia' banca tutta la documentazione relativa al mutuo in essere.
L'iter proposto dall'ABI si articola in tre momenti.
Durante la prima fase, il cliente chiede per iscritto alla nuova banca di acquisire il corretto importo del debito residuo e viene concordata una data per la formalizzazione dell'operazione. La banca subentrante, attraverso procedure elettroniche di colloquio interbancario, comunica alla ‘vecchia' banca la data di formalizzazione dell'operazione e richiede l'importo del debito a quella data.
Entro dieci giorni circa dall'avvio della procedura, sempre avvalendosi di sistemi di colloquio elettronico interbancario, la banca originaria comunica l'importo del debito e conferma la data di formalizzazione. Naturalmente, le stesse informazioni vengono fornite al cliente.
A questo punto si puo' procedere alla stipula del nuovo contratto di mutuo. La banca originaria, contro pagamento di quanto ancora dovuto, rilascia la debita quietanza e la banca subentrante richiede l'annotazione del trasferimento a suo favore della garanzia ipotecaria.
Questo in linea di massima, l'iter da seguire, tenendo presente che questo sistema di collaborazione interbancaria non prevede alcun costo di qualsiasi natura a carico del cliente. Le banche possono comunque decidere se seguire le linee guida elaborate dall'ABI oppure proporre soluzioni alternative.
Novità sul fronte dei pagamenti. Con la SEPA, i consumatori italiani, fra i primi in Europa, potranno godere di numerosi vantaggi, sia in termini di facilità dei pagamenti sia in termini di competitività, assicura l'Associazione Bancaria Italiana.
Ha preso l'avvio all'inizio del 2008 la Sepa, cioè l'Area Unica dei Pagamenti in Euro, che permetterà ai cittadini e alle imprese residenti nei 31 Paesi che ne fanno parte di effettuare e ricevere pagamenti servendosi di un solo conto bancario e di una sola carta, in modo ancora più semplice, celere e sicuro e con condizioni di base, diritti e doveri omogenei.
Partendo dal proprio conto corrente, si potrà raggiungere qualsiasi altro rapporto bancario, purché all'interno dei confini della Sepa. Il che significa, ad esempio, che i consumatori potranno utilizzare sempre più largamente le proprie carte di pagamento, riducendo l'uso del contante e i rischi per la sicurezza ad esso legati. Le imprese, dal canto loro, grazie all'utilizzo sempre più diffuso di sistemi di pagamento elettronico (primo fra tutti il bonifico “europeo” reso disponibile dal 90% delle banche italiane già a partire da gennaio), che andranno ad integrarsi con le operazioni commerciali e amministrative, potranno ridurre tempi e costi, traendone benefici in termini di efficienza e competitività.
Last, but not least, la realizzazione di un mercato integrato dei pagamenti contribuirà a promuovere gli scambi commerciali tra i Paesi della Sepa portando a una sicura crescita economica.
Novità sul fronte dei pagamenti. Con la SEPA, i consumatori italiani, fra i primi in Europa, potranno godere di numerosi vantaggi, sia in termini di facilità dei pagamenti sia in termini di competitività, assicura l'Associazione Bancaria Italiana.
Ha preso l'avvio all'inizio del 2008 la Sepa, cioè l'Area Unica dei Pagamenti in Euro, che permetterà ai cittadini e alle imprese residenti nei 31 Paesi che ne fanno parte di effettuare e ricevere pagamenti servendosi di un solo conto bancario e di una sola carta, in modo ancora più semplice, celere e sicuro e con condizioni di base, diritti e doveri omogenei.
Partendo dal proprio conto corrente, si potrà raggiungere qualsiasi altro rapporto bancario, purché all'interno dei confini della Sepa. Il che significa, ad esempio, che i consumatori potranno utilizzare sempre più largamente le proprie carte di pagamento, riducendo l'uso del contante e i rischi per la sicurezza ad esso legati. Le imprese, dal canto loro, grazie all'utilizzo sempre più diffuso di sistemi di pagamento elettronico (primo fra tutti il bonifico “europeo” reso disponibile dal 90% delle banche italiane già a partire da gennaio), che andranno ad integrarsi con le operazioni commerciali e amministrative, potranno ridurre tempi e costi, traendone benefici in termini di efficienza e competitività.
Last, but not least, la realizzazione di un mercato integrato dei pagamenti contribuirà a promuovere gli scambi commerciali tra i Paesi della Sepa portando a una sicura crescita economica.